Per gestire i conflitti familiari in modo efficace occorrono calma, consapevolezza, competenza ed esperienza. Nel mio lavoro di mediazione familiare lo vedo tutti i giorni: l’errore tipico di molte pensare è tentare di gestire il conflitto in famiglia da soli, con buone intenzioni ma, a volte, con poca o nessuna conoscenza delle logiche e delle modalità che impattano su una comunicazione efficace, delle tecniche e competenze di mediazione e di negoziazione e di gestione costruttiva del conflitto. A volti da soli non si riesce. Sembra un paragone azzardato, ma affrontare da soli situazioni di forte contrapposizione e dissidio con partner o mariti/mogli,con fratelli, zii, genitori, figli, nonni o parenti a vario titolo è come pretendere di governare un’imbarcazione con scarse conoscenze marittime. Un’imbarcazione che, tra parentesi, non è ormeggiata al sicuro nel porto: durante un conflitto – per mantenere il paragone nautico – è come se fosse nel bel mezzo di una tempesta. Come uscire da questa tempesta senza perdere l’equipaggio in mare e senza danneggiare la barca? Davvero basta un po’ di buona volontà e pazienza?
La risposta purtroppo è no: i fatti dimostrano che, spesso, le chance di riuscire a farcela con le proprie forze sono estremamente basse. Del resto il conflitto è un momento della relazionedelicato, che coinvolge l’aspetto psicologico, quello comunicativo, il carattere e l’indole di ciascuno, la memoria personale, il linguaggio verbale e del corpo… Eppure la soluzione esiste, bisogna però saperla trovare (insieme), con metodi e tecniche di gestione del conflitto familiare volte a rendere proficuo il dialogo e l’attività di mediazione stessa. La materia è molto ampia e sfaccettata, ma nei limiti di questo articolo ho cercato di selezionare 5 idee da provare ad attuare insieme, se possibile, di un mediatore familiare qualificato.
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1) ABBASSARE I TONI ED EVITARE L’ESCALATION
La prima idea che ti vorrei sottoporre è molto semplice e non richiede né tempo né particolari risorse. La puoi mettere in pratica da subito, anzi, prima la fai tua e prima noterai i benefici. Il presupposto di fondo è che in un conflitto familiare i toni sono spesso accesi, la comunicazione rischia di diventare violenta, e nei casi più gravi si arriva perfino alle minacce verbali. Il mio consiglio è di cercare di riportare i tuoi scambi interpersonali (anche scritti) a un livello meno aggressivo, accusatorio e giudicante possibile: il tuo obiettivo, se vuoi davvero superare, o meglio, trasformare il conflitto e ritrovare la serenità perduta (in altre parole, un nuovo equilibrio e benessere nella relazione), deve essere quello di “disinnescare la bomba” (evitare cioè che la temperatura emotiva aumenti e si vada in escalation conflittuale), non di gettare altra benzina sul fuoco! Cerca pertanto di fare il primo passo verso la pacificazione, perché ogni tentativo di andare allo scontro diretto non farà che peggiorare la situazione e favorire l’escalation dei toni, con esiti imprevedibili e difficili da controllare.
2) SFOGARSI CON SPORT, ESCURSIONI E PASSEGGIATE
Ogni persona vive in uno stato di equilibrio e armonia che può essere in qualunque momento compromesso o minacciato, nel momento in cui sente minacciati o non soddisfatti i propri bisogni, interessi, aspettative, necessità, valori… Perché questo? Perché bisogni, interessi, aspettative, necessità e valori entrano in contrapposizione con quelli dell’altra persona coinvolta nella relazione. Quando si crea questo problema, tendenzialmente le persone provano disagio, emozioni spiacevoli, faticose, pungenti. Si genera un conflitto. Si reagisce al malessere emotivo attivando meccanismi di attacco e difesa che generano effetti deleteri sugli altri e su noi stessi. L’atteggiamento è spesso reattivo e non proattivo (consiglio sempre di contare almeno sino a 10 prima di rispondere!).
Il classico esempio che porto è quello di offendere un altro parente, con il doppio risultato di ferire la persona offesa e sentirsi male per le parole pronunciate (parole che a mente fretta si riconosce non si volessero dire.. “ha parlato la rabbia, non io!”), a cui poi si pensa non ci sia rimedio, in un vortice di disagio, e anche senso di colpa, pressoché infinito. Quando viviamo emozioni faticose e spiacevoli è importante saperle gestire, per evitare, nelle relazioni, di reagire in modo non costruttivo. L’idea che ti invito a seguire è quella di prenderti cura di te, attraversare e liberare le energie negative e i cattivi pensieri in altro modo, lasciando da parte il conflitto: vai a correre, vai a nuotare in piscina, goditi una passeggiata al mare, fai meditazione, giardinaggio… insomma, cerca di sfogarti in qualcosa che ti piace e che non ha niente a che vedere con il conflitto in corso. Anche in questo caso, puoi iniziare da subito!
3) SCRIVERE UN DIARIO CON LE PROPRIE EMOZIONI
Se un po’ di sano esercizio fisico può aiutarti a canalizzare tristezza, rabbia, dolore, stress, ansia, etc. nella giusta direzione, per quanto riguarda le tue emozioni e i tuoi sentimenti ti suggerisco anche un’idea che potrei definire con effetto “terapeutica” (in ambito psicoterapeutico non a caso esiste la definizione di “writing therapy”, vale a dire terapia della scrittura). Sto parlando di scrivere un diario dove raccontare nel dettaglio cosa ti passa per la testa, cosa succede al lavoro, o fuori dal lavoro, e come ti senti in generale. Se vuoi parlare del conflitto, sei libero di farlo, ricorda sempre che il diario rimane tuo ed è un esercizio che fai per te. Non devi scrivere per ore tutti i giorni: bastano venti o trenta minuti una volta ogni tanto, quando hai tempo e quando hai voglia, per sentire i benefici della scrittura. Provaci, sarà un modo per mettere nero su bianco sentimenti e riflessioni di cui a volte non siamo nemmeno a conoscenza, con la possibilità di rileggerli anche in un secondo momento e osservare quanto scritto, magari in maniera più oggettiva.
4) PRENOTARE UNA CONSULENZA GRATUITA CON ME
Altra idea per gestire un conflitto familiare è quella di affidarsi a un professionista esperto in materia. La figura preposta si chiama mediatore familiare e può svolgere questo mestiere in autonomia o all’interno di uno studio di professionisti (se vuoi sapere chi è e che cosa fa il mediatore familiare in Italia, ti consiglio di leggere il mio articolo dedicato a Chi è e che cosa fa il mediatore familiare). Il mediatore familiare può affiancarti ed aiutarti partendo dalla tua specifica storia e sulla tua situazione, accompagnandoti in un percorso di consapevolezza, dialogo, negoziazione e trasformazione costruttiva del conflitto tra te e i tuoi parenti. Se pensi che questa sia la strada giusta anche per te, ti invito a prenotare un primo incontro informativo con me compilando il modulo che trovi alla pagina Incontro Informativo Gratuito.
5) AVVIARE UN PERCORSO DI GESTIONE DEL CONFLITTO SU MISURA
L’ultima idea che ti sottopongo è anche l’esito al quale reputo sia opportuno giungere quando si decide di affrontare una volta per tutte il conflitto familiare e andare a fondo alla questione: mi riferisco alla possibilità di avviare un percorso di gestione del conflitto su misura, assistiti da un professionista competente. Non si tratta in questo caso di una singola consulenza, bensì di una serie di appuntamenti, di un percorso insieme alla/e persona/e con cui vivi una relazione conflittuale, sia online che di persona in studio, finalizzati a una proficua risoluzione del conflitto in tempi ragionevoli e senza conseguenze negative per gli attori coinvolti. Scopri di più nella sezione Consulenza gestione dei conflitti e inizia il tuo percorso!
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