Coordinazione genitoriale che cos'è

Coordinazione genitoriale: che cos’è e quali vantaggi offre

Coordinazione genitoriale

La coordinazione genitoriale, o semplicemente Co.Ge., è un processo di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) volto a promuovere la condivisione della genitorialità tra genitori in fase di separazione o divorzio che, a causa del perdurante ed elevato livello del conflitto, non riescono ad attuare ed implementare il piano genitoriale, rischiando di non assolvere a quanto disposto dall’autorità giudiziaria o a quanto tra loro assunto inizialmente in modo consensuale. L’obiettivo principale è proteggere i figli dagli effetti negativi del conflitto genitoriale e promuovere relazioni funzionali, sicure e significative tra genitori e figli.

Come professionista che lavora con le famiglie separate, ho avuto modo di confrontarmi con decine di coppie di genitori, ognuna con la propria storia, ognuna con la propria esperienza, ognuna con le proprie esigenze e aspettative. Mi viene quindi molto difficile spiegare che cos’è la coordinazione genitoriale nel suo significato più intimo: la definizione che ho utilizzato in apertura è valida ma rimane generica, poiché ogni coordinazione genitoriale cambia e viene a modularsi in funzione delle persone che abbiamo di fronte.

Coordinazione genitoriale che cos'è

Sicuramente parliamo di un impegno importante, e questo deve essere ben chiaro fin da subito a entrambi i genitori coinvolti. Un impegno che però, bisogna sempre ricordarlo, ha come scopo ultimo il bene del figlio o dei figli. Tornando alla domanda di partenza, la risposta potrebbe essere la seguente: la coordinazione genitoriale è una risorsa, uno strumento centrato sul minorenne, bambino o adolescente che sia e va, prima di tutto, a beneficio dei figli. Il percorso, perché di questo si tratta, permette di arginare e mantenere sotto controllo la perdurante ed elevata conflittualità tra i genitori (separati, divorziati, o mai sposati), evitando che questo possa avere conseguenze negative sui più piccoli (ragazzi e soprattutto bambini). La coordinazione genitoriale, dunque, è importantissima per ridurre al minimo l’impatto di un divorzio o di una separazione, eventi già di per sé emotivamente forti in particolar modo per i minori.

IN COSA CONSISTE DI PRECISO LA COORDINAZIONE GENITORIALE?

Attraverso la co.ge. si promuovere una effettiva implementazione di un piano genitoriale che permetta il concreto rispetto dei diritti genitoriali e la messa in pratica delle responsabilità genitoriali a tutela dei figli. Il coordinatore genitoriale aiuta i genitori a mettere in pratica il loro piano genitoriale, monitora l’osservanza dello stesso, offre un accompagnamento alla negoziazione su questioni di ménage quotidiano (che non è compito del giudice dirimere) facilitando, anche con suggerimenti, la risoluzione tempestiva delle controversie riguardanti i figli e l’attuazione del piano genitoriale stesso. “Il co.Ge. lavora CON i genitori, PER i bambini” afferma Debra Carter, il cui modello, il metodo integrato di co.ge., è quello con cui lavoro. In stanza di co.ge. si lavora, dunque, in tutte quelle situazioni conflittuale per ridurre, ad esempio, il conflitto sull’accesso all’altro genitore, per eliminare gli ostacoli alla relazione con entrambi i genitori, per proteggere, salvaguardare e preservare una relazione genitore-bambino sicura, sana e significativa. Il focus è quindi, sulle problematiche dei genitori e sulla loro capacità di svolgere i compiti genitoriali secondo un modello di co-genitorialità appropriato allo sviluppo psico-relazionale e sociale del minore.

La co.ge. non è un metodo valutativo, non sostituisce le CTU, non decide su questioni strutturali (tipo di affidamento, collocamento, di STRUTTURA MAGGIORE DELLE REGOLAMENTAZIONI, calendario tempi). Il coordinatore genitoriale fornisce consigli, suggerimenti e raccomandazioni, non negoziabili, nel caso in cui i genitori non trovino un accordo; si espone nelle questioni definite minori relative alla decisionalità che riguarda i bambini, cioè quelle questioni che vanno ad incidere ed influenzare la vita dei bambini in modo sostanziale, aspetti quotidiani che immobilizzano la vita dei bambini (l’iscrizione a scuola, la scelta della scuola, del pediatra, del dentista, le attività extrascolastiche, l’iscrizione allo sport, le gite scolastiche, le riorganizzazioni quotidiane per esigenze specifiche, la gestione delle telefonate, il passaggio dei bambini all’altro genitore, pianificazione vacanze e festività, modalità di cura appropriate, riorganizzazioni contingenti per questioni lavorative di uno dei genitori,  tradizioni familiari,  scelta di professionisti a cui far riferimento in caso di decisioni già prese dal giudice, etc..).

È un metodo fortemente strutturato, con lo scopo di contenere il conflitto – nemmeno di risolverlo immediatamente – per mettere concretamente in atto il principio della bi-genitorialità. Prevede inoltre regole e setting molto strutturati, stile direttivo, in condizione di totale consensualità a stare in tale contesto da parte dei genitori.

IN COSO DIFFERISCE LA COORDINAZIONE GENITORIALE DALLA MEDIAZIONE FAMILIARE?

Mentre la mediazione familiare è principalmente rivolta a prevenire la cronicizzazione e acutizzazione del conflitto, la co.ge., come abbiamo detto, è un metodo rivolto a intervenire in situazioni di pervicace contenzioso giudiziario e di alta e perdurante conflittualità. In mediaizone familiare si interviene nella fase di crisi della coppia o di formazione degli accordi, generalmente in vista della separazione/divorzio; lo scopo è la prevenzione di una escalation del conflitto ed una sua trasformazione costruttiva: «la MF si svolge entro il perimetro delle competenze genitoriali che  – seppur indebolite dalla crisi separativa – sono in grado di sviluppare un nuovo adattamento funzionale e flessibile» (Ardone, Cialdella e Mazzoni in Carter 2015). I genitori in conflitto nella stanza di mediazione familiare trovano uno spazio ed un tempo nel quale orientarsi, sperimentando, con un professionista neutrale ed imparziale, la possibilità di trasformare e riorganizzare, concretamente, le relazioni familiari in ottica costruttiva e di empowerment. È un metodo che permette ai genitori di costruire accordi e trovare soluzioni soddisfacenti per tutti: i mediandi trovano un accordo anche sulle decisioni strutturali maggiori (regime di affidamento condiviso, residenza abituale, frequentazioni, assegno di mantenimento…). Lo stile comunicativo promosso dal mediatore familiare è conciliante, facilitativo, supportivo; il professionista in questo contesto non decide mai, non dà consigli, suggerimenti opinioni professionali ed accompagna le coppie per periodi di tempo limitati.

Il professionista formato al metodo della coordinazione genitoriale sostiene invece la coppia nella fase successiva, quella di esecuzione del piano genitoriale; il suo intervento, come abbiamo visto, argina le conseguenze dannose per i figli minori derivate da una gestione disfunzionale e distruttiva dell’alto conflitto tra i genitori. Lo scopo può dunque essere identificato come una prevenzione terziaria di riduzione e contenimento del danno (contenimento e abbassamento del conflitto per evitare la costante autoalimentazione dello stesso) con il fine di mettere in sicurezza l’effettivo svolgimento della genitorialità condivisa. Siamo in una fase di post-accordo, quello in cui viene richiesta ai genitori l’implementazione delle decisioni maggiori prese dall’autorità giudiziaria e delle decisioni minori prese dalle parti stesse. In stanza di co.ge, lo stile comunicativo diventa più direttivo, contenitivo, strutturato, asimmetrico nella gestione del tempo e del setting; il coordinatore genitoriale può prendere decisioni(entro la sfera di potere attribuitagli dalle parti e dal tribunale) con maggiore intrusività nel processo decisionale dei genitori; accompagna le coppie altamente conflittuali per un lasso di tempo significativo.

Differenze fra coordinazione genitoriale e mediazione familiare

Ma quali sono le dinamiche di una coordinazione genitoriale?

Come si svolge in concreto e quali altri vantaggi si possono ottenere?

DALL’INCONTRO PRELIMINARE ALLA DURATA DELLA COORDINAZIONE

Sono molte le domande che un genitore si pone quando viene a conoscenza della coordinazione genitoriale. Domande che riguardano il percorso in sé, la sua durata, le modalità di comunicazione, la presenza o meno dei figli e via dicendo. Dirimere i principali dubbi penso sia l’approccio migliore per capire con esattezza entro quali confini ci andremo a muovere. Se ci limitiamo ai punti salienti, possiamo dire che:

  • la durata di un contratto di coordinazione genitoriale (incarico di natura privata a seguito di accordo tra le parti) è di minimo 6 mesi, ma può variare in base a diversi fattori, tra cui le specifiche esigenze della famiglia o le tempistiche delle udienze. Si evidenzia che la valenza del contratto, da intendersi come manifestazione del libero consenso e volontà delle parti di avvalersi del co.ge, è la base di legittimazione dell’intervento della co.ge. stessa
  • ogni incontro ha una durata di 90 minuti ed inizialmente, di solito, la cadenza degli incontri è settimanale
  • i bambini e tutti i figli minori della coppia NON partecipano alle sedute di coordinazione genitoriale: tendenzialmente il coordinatore genitoriale raccoglie informazioni riguardanti in merito a tutti gli aspetti della vita dei figli, attraverso informazioni che arrivano direttamente dalle varie agenzie educative e dagli specialisti; può comunque scegliere, previo consenso di entrambi i genitori, di incontrare e conoscere il minore, garantendo un ambiente confidenziale, protetto ed in affiancamento, nel mio caso, a colleghi con competenze di psicologia dello sviluppo.
  • si può usufruire della coordinazione genitoriale nel mio studio di Lecco oppure online a distanza attraverso strumenti come Streamyard, Google Meet, Zoom e altri
  • di prassi, la valutazione della fattibilità e opportunità di un percorso di coordinazione genitoriale avviene a seguito di un primo incontro informativo, dove è richiesta la partecipazione di entrambi i genitori e dei rispettivi avvocati. È importante accompagnare a una scelta consapevole e informata del metodo e del professionista

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IL (GIUSTO) SETTING DI COMUNICAZIONE FRA GENITORI

Se quelle che ho elencato sono le basi sulle quali poggia un percorso di coordinazione genitoriale, il fulcro intorno a cui ruota il percorso stesso resta la comunicazione. E per comunicazione non intendo uno scambio di opinioni senza regole, destinato in quanto tale a suscitare reazioni potenzialmente negative. Quello che faremo è invece darci un metodo, impostando il lavoro secondo protocolli e buone prassi consolidati a livello internazionale (gli aspetti deontologici, inerenti alla formazione, i confini dell’intervento e i compiti specifici del coordinatore si desumono in particolare dalle linee guida elaborate dall’ Association of Family and Conciliation Courts -AFCC-)

Secondo il metodo della co.ge. si lavora in un “setting di comunicazione” con regole ben definite tra il professionista, i genitori e gli avvocati, all’interno della stanza di co.ge. e all’esterno: un metodo, appunto, entro il quale si prova a comunicare nel rispetto delle opinioni e delle idee altrui. Lo scopo non è avere ragione, ma trovare insieme le ragioni che ci guidano verso un obiettivo condiviso! Il ruolo del coordinatore g. serve proprio a procedere nella stessa direzione, senza scontri, senza accuse sterili e senza inutili perdite di tempo. Ricordo che tutte le comunicazioni effettuate nel contesto co.ge sono confidenziali: sia le parti che gli avvocati s’impegnano alla riservatezza delle informazioni e della documentazione di scambio prodotta all’interno dell’intervento, non utilizzabili in giudizio. Il co.ge. non potrà inoltre essere chiamato a testimoniare in un procedimento giudiziario. I genitori possono comunque rinunciare alla riservatezza in merito all’andamento della co.ge consentendo al coordinatore di preparare una relazione di sintesi da consegnare alle parti.

OTTIMIZZARE IL PROCESSO DECISIONALE, INSIEME

Arrivato o arrivata fin qui avrai capito che il coordinatore genitoriale è un facilitatore di un processo molto delicato, vale a dire la comunicazione fra genitori in conflitto. Scegliere di affidarsi a un coordinatore vuol dire snellire e ottimizzare meccanismi e nodi complessi, che se non trovano una soluzione, finiscono molto spesso per aggrovigliarsi. Più si aspetta e si rimanda, più grande sarà la matassa da sbrogliare. Scegliere la coordinazione consente in questa prospettiva di superare un periodo critico per sé stessi e per i propri figli, uscendone in questo modo più sereni, più forti e più consapevoli. Ti invito pertanto a considerare la coordinazione genitoriale come un alleato per te e per i tuoi figli, anche se questi ultimi non saranno coinvolti direttamente nel ciclo di incontri. Per maggiori informazioni o per prenotare il primo incontro informativo, non devi fare altro che compilare il modulo di contatto alla pagina dedicata. In alternativa, puoi inviare la tua richiesta direttamente all’indirizzo di posta elettronica info@paolamartinelli.com.


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